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6.2 Il matrimonio
L'inizio del fidanzamento era segnato dalla trasuta, l'entrata: il fidanzato si recava a casa della futura sposa con l'anello, un cerchio d'oro su cui di traverso era saldato un piccolo rombo, anch'esso d'oro. Il dono si festeggiava con biscotti e vino e spesso quella era la prima occasione in cui i promessi sposi si incontravano fisicamente.

I parenti, invece, avevano già tenuto il parlamento , avevano cioè preso gli accordi per la dote ed elencato per iscritto ciò che ognuno doveva portare. Il documento si chiamava carta della zita ed era una sorta di impegno-capestro: infatti spesso i genitori, poveri pastori o contadini, si impegnavano oltre le loro possibilità per fare bella figura o per accontentare i figli e questo riduceva sul lastrico le famiglie.

 
 
matrimonio del 1905

Il giorno del matrimonio: foto risalente al 1905

 
 
matrimonio del 1961

Il giorno del matrimonio: foto risalente al 1961

Il giorno prima delle nozze, carta alla mano, i parenti controllavano il mantenimento delle promesse delle due parti. Frequenti erano le liti o addirittura le rotture dei matrimoni. La sposa, oltre alla biancheria personale ed ai vestiti, portava le lenzuola, le coperte, i materassi ed una cassapanca: lo sposo, la biancheria e qualche mobilio, gli attrezzi da lavoro, le sementi o l'affitto di un campo di grano per un anno.

Gli sposi andavano ad abitare da soli in una casa loro e questo rendeva economicamente molto pesante l'inizio del rapporto coniugale. Le famiglie d'origine, d'altronde, non potevano essere di grande aiuto per la coppia, che quasi subito cominciava ad avere una prole numerosa.

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