2.3 I Sassi diventano palcoscenico I Sassi, divenuti luogo pittoresco con il progressivo svuotamento cominciato proprio negli anni dell'immediato dopoguerra, assumono un ruolo sempre più scenografico.
Non è forse un caso che numerosi sono i registi e le case di produzione, nazionali ed internazionali, che scelgono di girare i loro film proprio a Matera, splendida ambientazione, con i Sassi svuotati, per storie ed eventi di tutt'altra natura.
Nel 1952 Alberto Lattuada gira "La lupa", dalla novella di Verga, nel 1964 Pasolini "Il Vangelo secondo Matteo", nel 1967 Francesco Rosi "C'era una volta", nel 1975 lo spagnolo Arrabal "L'albero di Guernica", nel 1985 Berensford il kolossal "King David" ed ancora nel 2002 Mel Gibson "The passion".
Negli anni '70 nasce una nuova stagione di studi e progetti: la coscienza politica e sociale materana affronta una svolta con la pubblicazione di due analisi, una condotta da M.Fabbri "Matera dal sottosviluppo alla nuova città", 1971, e l'altra pubblicata su Il Politecnico "Rapporto su Matera tra sviluppo e sottosviluppo", che offrono strumenti più sottili per l'interpretazione della dinamica socio-economica.
Alberto Lattuada
Pierpaolo Pasolini sul set
Ma è soprattutto il Concorso Internazionale del 1973 che anima le pubblicazioni di saggi di letteratura urbanistica e di critica storico-politica: nomi come quelli di Livia Bertelli, Vincenzo Cotecchia, Luigi Picconato, Manfredo Tafuri arricchiscono la riflessione sui Sassi, la loro natura, la loro storia ed il loro futuro.
La legge speciale n. 771, varata nel 1986, rivitalizza il dibattito sul "cuore antico" della città: se negli anni 50 la spinta era stata dai Sassi al piano della Civita, in nome di una ricerca ansiosa di un nuovo destino per la città, in questi ultimi anni la spinta è esattamente inversa, dal Piano ai Sassi per recuperare le radici storico-culturali da cui far nascere un rinnovato processo evolutivo.
Dagli anni '80 in poi significativo è stato lo sforzo culturale di approfondire le tematiche urbanistiche ed edilizie di Matera in stretto collegamento con quelle socio-economiche e storico-politiche in generale.
Il vuoto di attenzione registrato nei confronti della cultura della vita quotidiana cioè, che privilegia i fatti e gli oggetti concreti dell'esistenza, che guarda ai bisogni ed alle espressioni della gente comune, questo vuoto oggi sembra cominciare ad essere riempito sempre più fecondamente.
Studi, saggi, indagini ridanno la parola alle persone, agli uomini ed alle donne, figli e nipoti degli antichi abitatori dei Sassi, che hanno conservato i segni di una millenaria civiltà contadina.
