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21.1 L'arte preistorica

Datare la nascita dell'arte è un'impresa ardua. Tuttavia è possibile far risalire al Paleolitico superiore le prime produzioni di oggetti pensati, non tanto per rispondere ad un uso concreto, quanto, piuttosto, per soddisfare le emergenti esigenze estetiche.

La produzione artistica della preistoria è sostanzialmente di due tipi: la più antica è rappresentata dalla piccola scultura a tutto tondo (30.000 anni fa), quella un po' più tarda dalle pitture e dalle incisioni sulle pareti delle grotte (15.000-20.000 anni fa).

 
 
Pitture preistoriche

Pitture preistoriche

 
 
 
Figura femminile scolpita in osso

La celebre "Venere di Brassempouy" è la più antica rappresentazione di un viso umano del mondo. Ricavata dall'avorio di mammut risale a circa 25.000 anni fa. La piccola statuetta misura 3,6 cm e venne trovata nel 1894 da Édouard Piette presso Brassempouy. È conservata presso il Musée des Antiquités Nationales di St Germain en Laye.

 

L'espressione artistica, dunque - come percezione di sé in rapporto con l'ambiente e come capacità di riflessione - sembra essere comparsa, per la prima volta in modo sistematico, in un arco di tempo relativamente breve del Paleolitico superiore.

Le raffigurazioni umane scolpite riguardano, quasi esclusivamente, figure femminili e risalgono all'incirca a 30.000 anni fa. Alcuni studiosi datano nello stesso periodo anche intagli ed incisioni presenti su oggetti di osso e di corno che, secondo altri, sarebbero invece più antichi e risalirebbero al Paleolitico medio.

Le sculture sono a tutto tondo, realizzate indifferentemente in avorio, osso, pietra, e raffigurano, perlopiù, animali o donne. Sono state ritrovate in accampamenti e solo raramente in sepolture. Spesso presentano una base piatta per l'appoggio, oppure hanno forma che lascia presupporre fossero esposte in posizione sospesa.

 
 

Particolarmente suggestive e verosimilmente simboliche sono le cosiddette "veneri", ritrovate in tutta Europa, dalla Spagna alla Russia e datate da 25.000 a 15.000 anni fa. Sono sempre prive di volto ed in evidente stato di gravidanza, con particolare accentuazione delle forme dei seni, del ventre, dei glutei.

Simboli di fecondità, queste statuette sembrerebbero testimoniare l'importanza che l'uomo preistorico tributava alla riproduzione ed alla continuità della specie.
Le figure, simili, eppure ciascuna ben caratterizzata, sono colte quasi sempre con le mani appoggiate sul petto, forse in gesto di raccoglimento.

Anche le immagini graffite e dipinte, risalenti a 20.000-15.000 anni fa, hanno una funzione propiziatoria o magica. Prima di tutto l'uomo rappresenta ciò che ha intorno: gli animali, che caccia per vivere, che insegue, che desidera catturare ed allo stesso tempo teme.

L'artista riproduce l'animale come figura isolata, con dovizia di particolari, cogliendolo nel suo movimento naturale. Nella rappresentazione l'uomo lo isola e lo bracca come immagine, lo fa suo: l'effige è augurale, è prefigurazione di ciò che l'uomo auspica.

 
 
La Venere di Willendorf (Paleolitico superiore)

La Venere di Willendorf è una delle statuine antropomorfe più famose del mondo. Risalente al Paleolitico superiore (25.000 anni fa), dalle dimensioni piuttosto piccole (circa 11 centimetri di altezza), venne ritrovata dall'archeologo Joseph Szombathy nel 1908, nei pressi della città di Willendorf in Austria. Fu realizzata intagliando un frammento di roccia calcarea con semplicissimi attrezzi di pietra. Poi venne colorata con una tintura a base di ocra rossa. Oggi è esposta nel Naturhistorisches Museum di Vienna.

 
  Ceramica decorata con una stilizzazione del volto umano   Rappresentazione di pittura murale preistorica  
Dettaglio di pittura a parete presso le Grotte di Altamira, Spagna (12 000 a.C.)
 
 

Ceramica decorata con una stilizzazione del volto umano

 

Rappresentazione di pittura murale preistorica

 

Dettaglio di pittura a parete presso le Grotte di Altamira, Spagna (12 000 a.C.)

 
             
 

Verso la fine del Paleolitico superiore,15.000-14.000 anni fa, la raffigurazione si amplia, con la riproduzione di vere e proprie mandrie. Gli animali sono resi nella diversità degli atteggiamenti e delle posture. E', forse, un tentativo dell'uomo di rappresentare realisticamente ciò che vive - da cacciatore - durante le battute.
In questa fase iniziano ad apparire anche figure umane con armi.
I colori, tratti dalla terra, sono l'ocra ed i pigmenti ricavati da altre sostanze minerali, che si trovano in natura. L'arte del periodo produce anche rilievi ed incisioni su lastrine di osso, avorio e pietra forate, forse pendagli di collane: si tratta di ornamenti astratti, decorazioni senza riferimenti alla realtà.

 
 
Dipinti preistorici in grotta

Dipinti preistorici in grotta

 
 
 
Impronta di mano

Impronta di mano

 

Frequenti sono anche le impronte di mani praticate accanto a pitture rupestri: gesti rituali? Firme? Marcature del territorio?

Non è possibile fornire risposte attendibili: ma certo, anche queste misteriose impronte in grotte oscure, parlano di arte.

 
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