Guardare al passato, al passato remotissimo,
del Paleolitico
e del Neolitico
significa senza dubbio esplorare le nostre antiche radici,
ricostruire il lungo, straordinario, appassionante cammino
dell'evoluzione biologica e culturale percorsa dall'uomo.
Guardare a questo passato in un territorio, dove la Preistoria e la Storia hanno trovato un grembo fertile e prodigo di testimonianze,
può renderci più consapevoli di ciò che
siamo stati e delle nostre potenzialità.
Guardare alla Preistoria, che in terra materana ha lasciato
ricchezze inestimabili di civiltà e documenti dell'ingegno
umano, può indurci a spingerci in avanti, con slancio
verso il futuro, motivando più saldamente la ricerca
e la tutela del nostro territorio.
La gravina
La
città
di Matera
La
Grotta
dei Pipistrelli
Tumulo
di Murgia Timone
Domenico
Ridola (1841-1932)
È,
forse, questa la lezione lasciataci da Domenico
Ridola, pioniere delle ricerche preistoriche
nel materano, cui si devono, a fine '800, le prime ricerche paleoetnologiche sistematiche in Basilicata.
"...Confesso non essere un archeologo di professione
ed ufficialmente riconosciuto...Chiamatemi pure un dilettante,
un irregolare, un avventizio, fedele però alla causa
comune... Dite, se vi piace, che io sia un allucinato che si
consola di poter affermare che non fu solo effetto del caso
o della cieca fortuna se potei dimostrare che nel Materano fu
largamente rappresentata l'epoca della pietra scheggiata e,
più largamente ancora, quella della pietra levigata e
non fu lo sviluppo naturale delle cose che dall'una fece nascer
l'altra...Fui vinto dal fascino misterioso ed irresistibile
che esercita l'ignoto e dall'istinto di cercar la luce quando
si è nelle tenebre, dalla ricchezza archeologica del
suolo materano..." (dall'intervento di Ridola alla Società
Romana di Archeologia, 3 marzo 1924)
Nelle parole di Domenico Ridola
l'importanza del territorio materano nel Paleolitico
e nel Neolitico
sembra rivendicare appieno il diritto ad essere conosciuto.