Grazie alla padronanza del fuoco, l'uomo
del Neolitico inizia a
produrre manufatti in ceramica. I primi recipienti furono
realizzati in argilla - roccia sedimentaria molto comune presente allo
stato naturale - e prodotti
a mano: era, infatti, ancora sconosciuto l'uso del tornio.
Le fasi di produzione
erano fondamentalmente due: la preparazione dell'impasto,
ottenuto tramite la decantazione dell'argilla in acqua al
fine di liberarla dalle impurità, e la
modellazione della forma desiderata. I recipienti erano ottenuti
avvolgendo a spirale i cordoni cilindrici di argilla,
con una tecnica cosidetta "a colombino".
Realizzazione di un vaso con la
tecnica "a colombino"
Ciotola con decorazione impressa
evoluta
Con il vaso ancora fresco si iniziava
la fase della decorazione.
Dalla forma e dalle tecniche seguite è possibile individuare
le diverse correnti culturali che si sono succedute durante
il Neolitico.
La più antica ceramica neolitica è caratterizzata
dalla produzione di vasi con forme molto semplici
e tecniche di decorazione ad impressione, ottenuta
premendo sulla superficie, ancora morbida, le dita (unghie e polpastrelli),
il bordo di una conchiglia o strumenti di vario genere.
A questa prima fase seguì la decorazione
graffita, realizzata intagliando a crudo le
pareti del vaso con uno strumento appuntito, ad esempio un
bulino. Tale espressione prende anche il nome di facies Matera-Ostuni. Si affermò poi
la decorazione dipinta ottenuta utilizzando colori naturali
quali l'ocra ed altri pigmenti, mescolati a grassi vegetali.
Dapprima la ceramica veniva dipinta a semplici bande o fiamme
rosse o brune su fondo chiaro, per poi presentare complessi
motivi decorativi geometrici, in cui già comparivano
il meandro e la spirale.
La cultura della ceramica dipinta si diffuse
particolarmente nell'Italia meridionale e insulare (facies
Serra D'Alto). Dopo la modellazione, i manufatti erano lasciati
essiccare, affinché perdessero l'acqua dell'impasto.
Successivamente erano sottoposti ad una fase di cottura che
garantiva rigidità, stabilità e porosità
all'argilla. Si ritiene che le più antiche tecniche
di cottura consistessero nel sistemare i vasi in aree delimitate
o in fosse insieme al combustibile. In seguito furono realizzati veri e propri
forni.
Ceramica facies Serra D'Alto
Un vaso neolitico in corso di realizzazione (ricostruzione)
Ceramica con decorazione incisa
Ceramica con decorazione graffita
Forno neolitico per la cottura
dei vasi (ricostruzione)
Infine,
durante l'ultima fase del Neolitico,
intorno a 5.000 anni fa, fiorì una cultura caratterizzata
dalla produzione di vasi inornati: la facies Diana-Bellavista
tipica dell'Italia meridionale e della Basilicata.
La ceramica era il materiale ideale per conservare il cibo;
inoltre la sua impermeabilità e la sua resistenza al
calore consentivano di preparare alimenti liquidi o semiliquidi
e di cuocere i cibi
direttamente sul fuoco.