Murgia
Timone è l'altopiano
che sovrasta il
massiccio roccioso
posto verso est,
di fronte alla
Civita, l'antico
centro storico,
di Matera, dall'altra
parte della gravina.
Proprio qui sorgeva il primo villaggio trincerato scoperto
da Ridola, cui segue sullo
stesso lato della gravina, ma oltre un burrone profondo, il
sito trincerato di Murgecchia.
La scoperta del fossato, come spesso accade, fu casuale, ma Ridola capì quasi
subito che si trattava di qualcosa di eccezionale.
Video dell'altopiano di Murgia Timone
Ricostruzione
del villaggio
trincerato
di Murgia
Timone
in età
neolitica
Capanna
neolitica (ricostruzione)
Fossato
di Murgia Timone
"...La mia attenzione fu
richiamata da due singolari ipogei a Murgia Timone, scoperti
per caso...
Ad uno di questi che sorgeva in mezzo ad un circolo di
pietra... si accedeva per una specie di dromos ( corridoio)
fiancheggiato da due muretti a secco... Pensai che i
due muretti potessero come in Sicilia celare l'ingresso
ad altre tombe...
Invece dietro, scavando... venne fuori un lungo fossato,
un'altra opera singolare della mano dell'uomo...
E di nuovo mi trovai di fronte ad una serie di interrogativi:
per quale estensione, a quale scopo, con quali arnesi
era stato compiuto un così immane lavoro?
Avevo già notato che sul piano di campagna, dove finiva
lo scavo effettuato per i sepolcri, seguiva una larga
striscia d'erba più verde e più alta."
"Erano
in prevalenza
cardi:
pensai che
il segreto
del fosso potesse
essere
rivelato, e
dirò quasi
tradito,
da quella
ricca vegetazione,
testimonianza
eloquente
per l'occhio
che non
guarda
soltanto, ma
scruta e vede...
Il viale
dei cardi,
indice del
fosso sottostante,
si svolgeva
in forma di
circolo e questo
escludeva che
si trattasse
di una fossa
di scarico
o di una via
incavata nella
roccia...
Il circolo
indicava
un luogo chiuso
e i frammenti
d'intonaco
che fosse
abitato...
fosse un gruppo
di capanne
neolitiche...
Quella
che avevo chiamato
trincea poteva
dirsi un fossato
destinato ad
isolare e proteggere
un villaggio
primitivo,
fatto di capanne...
Risolvere
il problema
dell'identificazione
del fossato
fu opera
lunga e disagevole...
ma quattro
cose mi risultarono
evidenti:
1.
le dimensioni
press'a
poco
costanti
e la regolarità delle
pareti
rivelavano
a prima
vista l'opera
dell'uomo
2. gli
arnesi
litici ritrovati
parlavano di
remota antichità
3. l'assenza
di ceramica
classica medievale
o moderna attestava
che il fosso
era rimasto
ignorato ed
intatto come
al tempo in
cui fu colmato
4. l'analogia
con i
reperti
della
Grotta
dei pipistrelli
parlava
di una
relazione
tra i
siti..."
Il fossato,
il cui perimetro complessivo è di
664 metri
e che racchiude un'area
di oltre
20.000 metri quadri, è di
forma
quasi ovale, suddivisa in due
zone tangenti: l'una,
più ovale e più estesa,
l'altra, più piccola
e tondeggiante.
Sono state individuati, lungo il perimetro del fossato, due
accessi al villaggio: uno ad occidente, largo circa 4 m,
e l'altro ad oriente, un avancorpo semicircolare definito
dal Ridola "lunetta".
Gli scavi hanno, infine, messo in luce all'interno del fossato
numerose buche ed incavi per l'inserimento di pali in legno,
che fanno pensare alla presenza di numerose
capanne.
Rilievo
del sito di Murgia Timone
Decorazione
graffita a linee sottili
All'interno
del fossato
furono
ritrovati,
non solo da Ridola,
ma
anche
da altri
archeologi illustri come U. Rellini
e F.G. Lo Porto, che hanno
successivamente
ripreso le ricerche, numerosi
reperti, soprattutto di ceramica
graffita, con motivi geometrici
diversificati, e dipinta a bande
strette rosse o brune.
Sono stati rinvenuti pure
frammenti
di vasi dipinti all'interno e graffiti
all'esterno, altri
recanti
stilizzazioni di volti
umani; ancora strumenti litici
in selce e ossidiana, come lame,
grattatoi e punteruoli,
tre accette in pietra levigata - tipiche del
Neolitico - e spatole in
osso.