Durante la prima parte del periodo
glaciale di Würm, che si protrae tra 50.000 e 25.000
anni fa e si caratterizza per due stadi freddi separati
da una lunga fase più temperata, l'Uomo
di Neanderthalscompare
dall'Europa. Viene progressivamente sostituito dall'Homo
sapiens, un tempo chiamato Uomo di Cro-Magnon dal nome
della località
in Dordogna, regione francese dove nel 1868, in una grotta,
ne furono ritrovati 5 scheletri.
E' il primo esemplare di uomo moderno.
Appartiene infatti alla nostra stessa specie: l'Homo sapiens.
Vista della valle di Cro-Magnon in Dordogna (Francia)
Scala degli ominidi: l'Homo sapiens
Il nuovo tipo umano, apparso probabilmente
in Europa per migrazione da territori diversi del Vicino Oriente,
si diffuse in tutti i continenti, anche in Australia e nelle
Americhe.
Si differenziava dalle forme precedenti per il cranio
alto, la fronte diritta, la faccia piatta, il mento prominente,
la statura più alta e una diversa proporzione tra gli
arti.
Con l'uomo moderno il cervello raggiunge un volume compreso
in media tra 1.500 e 1.600 cc. Si tratta di un organo dalle
dimensioni notevoli in relazione a quelle corporee complessive.
Il potenziamento delle capacità intellettive non dipende
naturalmente solo dal volume del cervello, ma anche dai suoi
processi di organizzazione anatomica interna.
La particolare architettura cranica dell'Homo sapiens può aver consentito, infatti,
lo sviluppo della parte frontale del cervello destinata all'elaborazione
delle capacità associative e linguistiche.
Cranio di Homo sapiens
Una volta che il linguaggio e le capacità
cognitive simboliche entrano a fare parte dell'universo
umano, si consegue, quale effetto di portata incalcolabile,
la possibilità di trasmettere il patrimonio di conoscenze,
di capacità tecniche, di modi di vita e di sapere rituale
da una generazione all'altra. Tale trasmissione delle
capacità acquisite risulta il punto di partenza dell'evoluzione
culturale.
Dettaglio
di pittura
a parete
presso
le Grotte
di Altamira,
Spagna
(12 000 a.C.)
Dettaglio
di bisonte
modellato
in argilla,
ritrovato
presso
Le Tuc d'Audoubert
(14.000
anni
fa)
Primo
piano
di due punte
Scena
di caccia
L'Homo sapiens viveva
in gruppi di almeno 50 persone ed era cacciatore di orsi,
bisonti e mammut, per catturare i quali si serviva di
strumenti di selce e di osso che - grazie a tecniche
di lavorazione evolute - aveva reso più lunghi, appuntiti
e leggeri.
Tra gli utensili ritrovati ci sono addirittura aghi, con cui
presumibilmente cuciva vesti di pelle. Era maestro nell'arte
del fuoco: accendeva focolari per cucinare e riscaldarsi,
si faceva luce con lampade che contenevano uno stoppino.
Ma soprattutto l'Homo sapiens
aveva una sensibilità religiosa ed artistica, documentata
dalle incisioni e dalle pitture
rinvenute sulle pareti delle grotte di Altamira in Spagna
e di Lascaux in Francia.
I bisonti, le renne, i cervi ed i cavalli,
rappresentati in movimento, sono un documento eccezionale e
commovente dell'abilità dell' "artista" che compiva con quelle creazioni anche un rito propiziatorio,
facendo auspici per la cattura ed il dominio reale degli
animali raffigurati.
L'Homo sapiens aveva dunque, forse, inventato
l'arte e reso più ricca la sua capacità di comunicazione.
In grado
già di articolare
forme rudimentali di linguaggio,
grazie all'evoluzione
delle corde vocali, per
mezzo delle incisioni e delle
pitture rendeva più ricche
le sue possibilità di
espressione,
arrivate fino a noi attraverso
millenni di storia.