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8.1 La preparazione dei cibi
Piatto tipicamente materano era la ciallèdda: la ciallédda del monaco era una sorta di zuppa di cicorie, lardo, cipolla e olio in brodo di gallina, mentre quella di fagioli aveva il finocchio selvatico, le cotiche di maiale e l'olio.

Queste zuppe si portavano anche in campagna, per il pranzo, nella marmutte, una sorta di caldaia in rame, o nella schetedde, una scodella di legno, fatta con due piatti fondi capovolti ed avvitati.

 
 
Pentole in rame

Pentole in rame: sulla destra si vede la "marmutte".

 
 
Macina

Un'arcaica macina in pietra.

La conserva di pomodoro era preparata alla fine dell'estate: serviva per preparare il ragù d'inverno.

Si schiacciavano i pomodori e si facevano cuocere lentamente, rimestando per non farli attaccare al fondo del tegame. Si versavano in grandi recipienti di terracotta, si facevano raffreddare e poi si passavano al setaccio. La polpa si versava con abbondante sale nei grandi piatti spasi o sul tavoliere e si esponeva al sole per 2 o 3 giorni.

Per facilitare l'essiccamento ed evitare la fermentazione, la polpa veniva rimestata con un cucchiaio di legno: quando si era perfettamente asciugata, si riponeva la conserva nei vasetti di terracotta, coperta da uno strato di sale per evitare la muffa.

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