1.8 La gravina di Matera
In Puglia e in Basilicata, parte del territorio si caratterizza per la presenza di gravine, ovvero solchi profondi dalle pareti subverticali ed incassate nelle rocce calcaree, scavate da corsi d'acqua, attualmente effimeri, presenti sul versante jonico delle Murge.
La Gravina di Matera, in particolare, nasce dalla confluenza nei pressi della città dei torrenti Gravina di Matera e Jesce, provenienti, rispettivamente, da Altamura e da Santeramo. (fig. 4)
L'effetto visivo è di particolare suggestione: si presenta, infatti, come una profonda incisione dalle pareti scoscese, alte decine di metri dal fondo valle, lungo le quali è possibile ossservare la successione delle rocce formatesi durante l'evoluzione geologica dell'area.
Fig. 6
(da Tropeano, 2003a, modificato)
A fondo valle si notano le rocce risalenti al Cretaceo superiore appartenenti alla Formazione del "Calcare di Altamura". Vi si sovrappongono i depositi datati Pliocene superiore-Pleistocene della Formazione della "Calcarenite di Gravina" pure conosciuta come "tufo calcareo". Nella parte più alta dei versanti sono ancora osservabili le "argille Subappennine", risalenti al Pleistocene inferiore ed i "sedimenti sabbioso-ghiaiosi terrazzati" del Pleistocene inferiore medio (fig. 6).
La Gravina di Matera nasce circa un milione di anni fa con l'inizio dell'emersione dell'area ed il progressivo abbassamento del livello del mare. Sulle superfici emerse scorrono i primi corsi d'acqua che cominciano l'attività di incisione dei sedimenti più teneri del Pliocene-Pleistocene. L'attuale posizione delle valli fluviali in corrispondenza delle rocce calcaree, può essere spiegato con il progressivo sollevamento delle aree emerse che ha aumentato la forza erosiva dei corsi d'acqua.
L'erosione dei calcari è stata, inoltre, favorita dal fatto che, in alcune zone, le rocce hanno perso la propria compattezza per effetto dei fenomeni di fratturazione e di carsismo ipogeo (sotterraneo). La fratturazione, peraltro, ha pure condizionato lo sviluppo del reticolo idrografico della Murgia Materana: questa, infatti, presenta un andamento angolare, con alcuni tratti incisi secondo la direzione NordOvest-SudEst ed altri secondo quella NordEst-SudOvest, in corrispondenza dei principali sistemi di faglia della crosta terrestre (fig. 7).
Gli affluenti del torrente Gravina, più giovani, mantengono
il proprio letto di scorrimento ad una quota più alta rispetto alla
valle principale; in conseguenza scorrono in quelle che vengono denominate "valli
sospese".
Lungo il torrente Gravina si possono notare anche alcuni rilievi isolati di forma conica: sono il prodotto del taglio di antiche anse fluviali abbandonate, a testimonianza dell'evoluzione subita dal reticolo idrografico (fig. 8).
Lungo i fianchi della Gravina di Matera si osservano successioni rocciose aventi spessori diversi: il versante destro, su cui sorge Matera, è caratterizzato da un maggiore spessore della "Calcarenite di Gravina" e si presenta meno ripido rispetto al versante opposto dove affiorano solo i Calcari di Altamura.
Proprio nelle rocce calcarenitiche -più agevolmente lavorabili- si sono sviluppati gli insediamenti umani rupestri. Peraltro, la scarsa permeabilità delle rocce stesse consentiva all'uomo, scavandole, di realizzare cisterne per la conservazione dell'acqua.
La vasta diffusione di insediamenti umani, che ha portato alla formazione dei "Sassi", si è, quindi realizzata sul versante destro della gravina dove la spessa copertura calcarenitica incisa dalle valli sospese (dette localmente "graviglioni") e dalle anse fluviali abbandonate, ha consentito l'esposizione di più versanti facilmente accessibili all'uomo.
Fig. 6
(da Tropeano, 2003a, modificato)
I "Sassi" si interrompono verso il basso per la presenza del Calcare di Altamura, presente dal fondo della Gravina fino a metà parete. (fig. 6).